martedì 26 marzo 2013

LA DONNA IL DIO Cap. quinto A



LA DONNA – MADRE CREA LA VITA.

La maternità suscita nella donna sentimenti di immensa gioia, ma anche di ansia per il suo ruolo, affascinante e misterioso, di portatrice di vita, di creatrice di vita.
L’evoluzione ha programmato geneticamente:
-          per l’uomo la produzione quasi continua, dalla pubertà in poi,  di gameti , gli spermatozoi dotati di motilità e di sistemi ricettoriali capaci di riconoscere le cellule uovo e di penetrare in esse;
-          per la donna una banca di ovociti predisposti alla maturazione ed alla disponibilità con ritmi lunari (circa 28 giorni). L’ovocita, una volta lasciato l’ovaio, è trasportato, con un complesso e delicato sistema, fino a quando incontra gli spermatozoi e inizia la fecondazione.
La natura ha organizzato i meccanismi della fertilità perché fosse garantito il successo ed il benessere del nascituro.
La maturazione sessuale della femmina coincide col completamento  dell’accrescimento corporeo, con l’accumulo delle riserve di grasso con la maturazione complessiva degli elementi che concorrono al successo della eventuale maternità.
Il lungo processo evolutivo ha eliminato quelle direzioni dello sviluppo che rendevano problematico il raggiungimento del successo riproduttivo.
La riproduzione come scopo primario della perpetuazione della specie ha trovato nel corso dei milioni di anni di aggiustamenti e selezione l’imprinting idoneo al coronamento del fine più importante: la perpetuazione della specie. Ogni altro modo viene bloccato  e disattivato. Si è osservato l’automatismo che s’instaura nel corpo femminile quando il peso corporeo scende al di sotto del limite che permetterebbe il successo della riproduzione : il meccanismo nervoso che regola il ritmo ovulatorio  blocca l’ovulazione e arresta tutta la sequenza riproduttiva.
La fertilità,  che necessita di un adeguato apporto nutrizionale, si arresta perché al feto non potrà essere garantito un adeguato benessere. Nella memoria genetica resta il ricordo delle carestie (mancanza di nutrimento) che avevano come conseguenza insuccessi riproduttivi per cui si è programmata per ovviare a queste situazioni.
Il tessuto adiposo che le femmine accumulano, che è la riserva nutrizionale per il feto nella gravidanza, è contemporaneamente diventato oltre che riserva nutrizionale anche spiccata caratterizzazione della femmina (rotondità femminili) e forte richiamo sessuale (eccitazione) per i maschi.
Il tema della fertilità femminile diventerà molto presto il motivo dominante dei nostri progenitori e ne abbiamo testimonianza con i primissimi  graffiti o le primissime opere d’arte che riproducono la femmina umana accentuatamente grassa e con gli organi sessuali ben evidenziati.
Il periodo di massima fertilità della donna corrisponde al periodo della sua giovinezza e diminuisce con l’avvicinarsi della menopausa.
La capacità di avere figli in buona salute si restringe ad un periodo di circa venti anni. Intorno ai quarant’anni (che un tempo corrispondeva alla durata della vita femminile) si pone questo limite biologico alla fertilità mentre nella attuale società e frutto del miglioramento delle condizioni nutrizionali e sanitarie la donna quarantenne è ancora una donna giovane essendosi nel contempo raddoppiata la durata della media della vita femminile. La conquista di migliori condizioni e di raddoppio della media della vita non si è ancora trasferito in programma genetico per cui vale tuttora il codice precedente che condiziona, con le sue leggi antichissime, la fertilità.


COSA SIGNIFICA CREARE LA VITA.

La donna madre apporta, nella nuova vita, tutte quelle modificazioni che l’interagire del sentire, della psiche, della mediazione dell’ambiente, trasferiscono al feto e al nascituro. Ciò che è la madre verrà impregnato nel figlio andando a imporre quella impronta indelebile che legherà figlio a madre e madre a figlio. Lo stesso bagaglio di geni subiranno l’influsso e nel loro sviluppasi orienteranno a seconda dell’influenza materna. Attualmente il livello degli studi e delle sperimentazioni hanno trascurato questo settore , anche per oggettiva difficoltà. Avviene quello che avviene tra gli astri e gli uomini. Le tempeste magnetiche, le onde emesse, le energie propagate siamo certi che abbiano un’influenza sulle persone; ma quale ne sia la quantità, la qualità e gli effetti di questi astri, siamo molto lontani dal valutarlo.
La donna madre non è semplicemente il contenitore di una nuova vita che una volta innescata sviluppa autonomamente e per conto proprio, prendendo solo quegli elementi che sono necessari al suo sviluppo. La donna madre influenza e modifica, nei nove mesi di gestazione, in continuazione il feto (la nuova vita). Ovviamente le modifiche possono oscillare da un minimo ad un massimo. Si verificano persino gli aborti quando il sistema programmato geneticamente riconosce alti rischi per il nascituro, mentre altre modifiche possono sfuggire a questo controllo e noi assistiamo alla gamma infinita di nascite con ogni tipologia di modifiche. Se vi è un aspetto della vita che oggi conosciamo è proprio l’aspetto chimico e psicologico. Il corpo umano è un enorme laboratorio chimico e ogni (………….minuto) ben 23000 reazioni chimiche interessano l’organismo umano. I chimici sanno che bastano lievissime modifiche nelle composizioni per alterare le reazioni. Uno dei tanti motivi della unicità di ogni essere umano sta proprio in questa infinita possibilità che i vari composti hanno di diversificare.
I meccanismi genetici che presiedono alla fecondazione mettono in luce l’influenza che i fattori ereditari hanno sullo sviluppo dell’individuo, ma gli studi hanno evidenziato che nessun carattere o aspetto dell'individuo viene determinato esclusivamente per via ereditaria. “L'ereditarietà può apportare un importante contributo a molte delle potenzialità o dei limiti dell'individuo, ma la maggior parte delle sue caratteristiche sono frutto di interazioni complesse tra fattori trasmessi geneticamente e influssi ambientali. La crescita e lo sviluppo del potenziale intrinseco dell'individuo si possono realizzare, agevolare e accentuare, o ostacolare, mutilare e limitare, a seconda del tipo di ambiente fisico, sociale e psicologico in cui egli viene a trovarsi. « Ciò che occorre capire . . . è che gli stessi geni possono venire influenzati in maniera tale da esprimersi in maniera diversa e avere effetti finali diversi a causa dei diversi ambienti in cui si trovano a funzionare» (52, 151)”. (Lo sviluppo del bambino e la personalità – di Mussen Conger Kagan ed. Zanichelli 1978)
Le condizioni in cui il feto evolve sono semplificate, rispetto alla complessità delle condizioni che si attiveranno dopo la nascita, ma possono differire e di molto rispetto agli altri.
Si è inconsapevolmente indotti a pensare che il processo riproduttivo ha solo un contatto minimale con gli esseri umani e questo contatto coincide con il breve approccio sessuale , mentre tutto il percorso successivo, una volta attivato il processo creativo del concepimento, si svolga lungo binari che esulano dal contributo della donna madre, magari dipendono da entità esterne all’essere umano, per cui tutto è predeterminato per cui l'ambiente placentare  di sviluppo sia costante e uguale per tutti i feti.
Le numerose ricerche hanno, invece, documentato inequivocabilmente, che la donna madre, con le sua condizione fisica ed emotiva,  esercita influssi importanti sulla direzione dello sviluppo fetale e sui successivi andamenti di sviluppo del bambino. Le osservazioni , le constatazioni e le ricerche hanno, purtroppo, una prevalente connotazione negativa poiché sono il risultato di drammatiche risultanze  a posteriori di effetti prodotti da farmaci, sostanze nocive, irradiazioni, eventi traumatizzanti.
Solo recentemente , da qualche decina d’anni, si sono prodotti studi sul periodo della vita intrauterina e si è constatato quanto le credenze popolari abbiano divulgato da lungo tempo, prima delle verifiche scientifiche, che le emozioni materne durante la gravidanza rivestono un valore particolare ed hanno effetti altamente positivi sul benessere, sullo sviluppo psichico e sullo sviluppo della personalità del nascituro.
Tutte le emozioni dalla gioia alla serenità, dall’ansia alla rabbia dallo stress all’angoscia dalle paure al terrore, dalla felicità all’estasi incidono in modo occasionale e superficiale se gli stati emozionali sono brevi e subitanei, incidono in profondità se gli stati emozionali sono intensi e prolungati e determinano, nel nascituro, una ben precisa traccia nell’insieme psicosomatico e nella personalità. L’ampia gamma delle influenze e interrelazioni tra donna madre e feto possono essere sintetizzate nel modo seguente:

·         Ormoni - Il primo e più significativo fattore di condizionamento è la madre stessa con la messa in circolo degli ormoni. “Gli ormoni sono molecole che, prodotte da una ghiandola specifica, entrano in circolo e sono trasportate, col sangue, in giro per l'organismo fino a raggiungere cellule cosiddette «bersaglio» capaci di bloccarle e di ricevere il loro messaggio. Le sostanze ormonali che interessano la procreazione, in modo specifico, sono prodotte:
‑ dall'ipotalamo (una struttura che fa parte del cervello ed è posta subito sopra 1'ipofisi): il GnRH che stimola direttamente 1'ipofisi;
‑ dall'ipofisi, le gonadotropine FSH e LH, nonché la prolattina. FSH e LH stimolano le gonadi (ovaia e testicoli), nella donna causano la maturazione del follicolo, l'ovulazione e la produzione di ormoni ovarici; nell'uomo stimolano la maturazione degli spermatozoi e la produzione degli ormoni testicolari. La prolattina ha invece la funzione prevalente di stimolare la produzione del latte;
‑ dall'ovaio, gli estrogeni (soprattutto il 17Bestradiolo), alcuni ormoni maschili (il testosterone, l'androstendione) e il progesterone, quest’ultimo prodotto dopo l'ovulazione da una piccola struttura endocrina, il corpo luteo, che resta attivo 14 giorni se non c'è gravidanza e molto più a lungo se invece la gravidanza c'è;
‑ dal testicolo, il testosterone e altri ormoni maschili meno potenti;
‑ dalle cellule dei villi coriali e dalla placenta, la BHCG (il cosiddetto ormone della gravidanza) e altre sostanze ormonali.”
·         Età della madre - Il secondo fattore di condizionamento è rappresentato dall’età della madre. Geneticamente la natura ha programmato la femmina per ottenere la migliore riuscita riproduttiva, quando colloca la procreazione dei figli tra i venti e i trentacinque anni. Gli studi hanno evidenziato che le madri inferiori ai venti  e ai trentacinque anni tendono a dare alla luce figli con una percentuale maggiore di disfunzioni o patologie. Quanto più vecchia è la madre tanto maggiore è il rischio che insorgano queste difficoltà. Le conoscenze e la ricerca medica permettono, oggi, di poter intervenire, altrettanto precocemente, nell’analisi delle disfunzioni, nella prevenzione, nell’intervento, nella soluzione, anche radicale, dei vari problemi.
·         Dieta - Il terzo fattore di condizionamento è rappresentato dalla dieta della madre. La donna, abbiamo già osservato che è messa nelle condizioni psicofisiche migliori per la fecondazione quando ha un sufficiente apporto nutrizionale e una riserva di grasso altrettanto significativa.  Il lungo periodo della gravidanza determina  un consumo consistente di energie che varia da donna a donna e da situazione a situazione ma il cui risultato consiste nella necessità, per la donna incinta,  di una dieta alimentare adeguata alla specifica nuova situazione. L’eventuale diminuzione dell’apporto nutrizionale al nascituro provoca una assunzione delle stesse sostanze direttamente dal corpo della madre con evidenti e pericolosi contraccolpi nel fisico materno che si depaupera di sostanze preziose a tutto beneficio del figlio. Gli studi hanno dimostrato che una dieta insufficiente provoca una frequenza maggiore di complicazioni nella donna, quali anemia, tossiemia, aborto minacciato, aborto reale, parto prematuro ecc. La donna incinta ha bisogno, per tutto il periodo della gravidanza, di un controllo costante della sua dieta perché sia sempre adeguata  al periodo di evoluzione del nascituro; di conservare per sé almeno un stato di salute generale buono e partorire, così, un bambino meraviglioso ma anche e soprattutto sano.
·         Farmaci e Vaccini - Il quarto fattore di condizionamento è rappresentato dall’uso dei farmaci. Le malattie infettive quali la rosolia, la parotite, il morbillo, la poliomielite, il tetano e la difterite  sono affrontate con adeguate vaccinazioni in periodi solitamente lontani da quelli coincidenti con la maternità. “I vaccini somministrati in gravidanza, infatti,  possono dare origine a reazioni aspecifiche dannose (la febbre elevata, per esempio, può causare un aborto o un parto prematuro); i vaccini costituiti da virus vivi o attenuati possono determinare il passaggio del virus al feto, con conseguenze gravi (sono state osservate varie malconformazioni del bambino). Le vaccinazioni che possono essere eseguite in gravidanza sono quelle contro l'influenza, il tetano, la poliomielite (vaccino intramuscolare) e la meningite. Sono da evitare le vaccinazioni contro la pertosse, la difterite, la rabbia, la tubercolosi, la rosolia, la febbre gialla, il vaiolo, il morbillo, il tifo. Eccezionalmente si praticano vaccinazioni come tifo‑antitifo‑dissenteria, difterite, pertosse, febbre gialla e rabbia. Prima di ogni vaccinazione è obbligatorio consultare il proprio ginecologo.” “Usare farmaci in gravidanza è dunque un problema molto delicato, che deve essere risolto, caso per caso, dal medico. è infatti necessario tener conto dell'epoca di gravidanza (farmaci dannosi al terzo mese non lo sono più al quinto), del dosaggio complessivo, della via di somministrazione (che condiziona 1'assorbimento) e del rapporto costi‑benefici. L'acido acetilsalicilico, per esempio, è dannoso se somministrato ad alte dosi all'inizio della gravidanza e non dovrebbe più essere somministrato nell'ultima parte della gravidanza, ma piccole dosi possono essere assunte tranquillamente e con vantaggio durante tutta la gravidanza….. I farmaci vengono assorbiti anche attraverso le mucose vaginali e rettali, e non è detto che una medicina apparentemente inoffensiva come uno sciroppo per la tosse sia del tutto innocua.” I numerosi casi di danno al feto in donne a cui avevano somministrato farmaci, hanno convinto gli studiosi che tra la madre e il feto non esista una barriera completamente efficace. Le sostanze chimiche estranee presenti nell'apparato circolatorio materno passano, effettivamente, nel sangue del feto. “Le scarse conoscenze che abbiamo sui processi di sviluppo del feto e sui fattori che lo influenzano fanno sì che per molte sostanze ‑ anche di uso piuttosto comune, come il litio ‑ esista il sospetto, ma non la certezza, di un possibile effetto dannoso sul bambino che si sta sviluppando. ……Ne deriva la necessità di una generica prudenza, associata a un duplice consiglio: usare, in gravidanza, solo i farmaci indispensabili e prima di iniziare una terapia chiedere comunque un parere al proprio medico.” Tutti si sono convinti che nella fase della gravidanza, salvo nei casi eccezionali e dietro severo controllo medico, è meglio evitare di assumere farmaci, anche se non si conoscono di tutti i reali e circostanziati effetti, poiché influiscono sullo sviluppo dell'embrione e del feto.
·         Raggi X - Il quinto fattore di condizionamento è rappresentato dall’irradiamento raggi X (tv telefonini irradiazioni secondarie onde varie). Le osservazioni degli effetti gravi e irreversibili ( anomalie fisiche o mentali) nei bambini, nati al termine normale da madri sottoposte a irradiamento terapeutico, a base di radio o raggi X (roentgen), durante la gravidanza, hanno certificato la delicatezza della fase della gravidanza e  obbligato gli specialisti ad essere estremamente cauti a somministrare tali trattamenti anzi ad escluderli completamente, quando si dirigono verso il nascituro. L'esempio più tragico delle conseguenze delle radiazioni atomiche sul feto è dato dall'esplosione della bomba atomica sganciata su Hiroshima, in Giappone. Sugli effetti della immediatezza della correlazione tra somministrazione di radiazioni e sugli effetti estremamente nocivi sul nascituro vi è ormai una assoluta certezza e quindi comportamenti prudenziali conseguenti. L’attuale società però ha talmente intensificato l’uso di apparecchiature che emettono radiazioni, anche se a bassa frequenza, che siamo pervasi e investiti in ogni luogo da tali influenze, che anche se non ne abbiamo una esatta quantificazione degli effetti, siamo però certi che avvengono. Pertanto l’uso dei cellulari, ma di più il portarli costantemente addosso, la frequenza dello stare davanti ad apparecchi TV, HI-FI, la vicinanza con centri di irradiazioni televisive o telecomunicazioni in genere inevitabilmente si ripercuotono sul sensibilissimo equilibrio del nascituro.
·         Malattie - Il sesto fattore di condizionamento è rappresentato dalle malattie e dai disturbi della madre durante la gravidanza. I casi che si sono osservati e studiati hanno determinato la convinzione che in presenza di infezioni virali o batterici nelle donne in gravidanza ci saranno effetti nocivi, anche irreversibili, nel nascituro. Poiché  l'efficacia della barriera che protegge l'embrione dagli organismi virali o batterici della madre è soltanto parziale, si verificano queste infezioni fetali causate da malattie della madre. Per cui al comparire di patologie virali nella donna incinta occorre valutare attentamente i rischi ed i pericoli per il nascituro ed adottare le soluzioni idonee. L’undicesimo fattore di condizionamento è rappresentato dalle infezioni trasmesse dalla madre al figlio (infezioni,toxoplasmosi,rosolia,citomegalovirus, herpes, sifilide, AIDS, parvovirus, influenza, varicella, morbillo,parotite epidemica, epatite, HPV, infezioni da gonococco, altre infezioni cervico-vaginali, coccidioidomicosi)
·         Fattore Rh - Il settimo fattore di condizionamento è rappresentato dal fattore Rh. La incompatibilità biochimica tra il gruppo sanguino del feto e quello della madre possono determinare conseguenze tragiche: aborto, mortalità . Le  analisi e gli accertamenti clinici di cui disponiamo possono ridurre al minimo le conseguenze di questa incompatibilità, se applicati preventivamente. Il consiglio che ormai si dà a tutte le donne che potranno affrontare una gravidanza è quello di sottoporsi al controllo preventivo per sé e per il partner e risolvere questa tipologia di problemi.
·         Sostanze inquinanti - L’ottavo fattore di condizionamento è rappresentato dalle sostanze altamente inquinanti (fumo, smog, acidi, droghe ecc.)
·         Malconformazioni - Il nono fattore di condizionamento è rappresentato dalle malconformazioni di ovuli, ambiente, anomalie multifattoriali, anomalie genetiche
·         Atteggiamenti e stati emotivi  della madre - Il decimo fattore di condizionamento è rappresentato dagli atteggiamenti e stati emotivi  della madre. Le emozioni quali la gioia, l'ira, la paura e l'ansia provocano l’attivazione  del sistema nervoso che induce l’automatica secrezione, da parte delle ghiandole endocrine, di sostanze chimiche(adrenalina, acetilcolina,  epinefrina etc.) che entrano in circolo tramite il flusso sanguigno. In queste condizioni la composizione del sangue si modifica, e attraverso la placenta vengono trasmesse nuove sostanze chimiche le quali determinano trasformazioni del sistema circolatorio del feto. Dalle osservazioni si è constatato che l’influenza delle emozioni materne attiva reazioni varie nel nascituro ( movimenti del corpo dei feti aumentavano di varie centinaia di unità percentuali mentre le rispettive madri subivano tensioni (stress) emotive). “La psicanalisi e la psicologia, da diversi anni, si sono occupate della vita intrauterina,  come parte del complicato processo di formazione dell'individuo e soprattutto della sua vita psichica. Le esperienze che segnerebbero inedelebilmente il carattere, la sfera psicologica e la vita relazionale di un individuo comincerebbero gia’ nella fase embrionale, quando cioè il feto si trova all'interno dell'utero materno. Il grembo della madre svolgerebbe due funzioni essenziali: una protettiva e l'altra di filtro di comunicazione tra l'embrione e il mondo esterno. Comunicazione, ovviamente, mediata dalla madre perché il feto sia in grado di reagire ai diversi stimoli che gli provengono dal mondo esterno. Molti studi hanno evidenziato come l'embrione reagisca a diversi stimoli musicali: molto bene, ad esempio, andrebbero Vivaldi e Mozart, così e così Bach e Beethoven e decisamente male il rock. La madre e’ in grado di riconoscere certe reazioni dell'embrione e soprattutto di comunicare con esso. Una prova decisiva che conferma il dialogo che fin da subito si allaccia tra madre e figlio e’, ad esempio, la reazione positiva che la futura mamma ha non appena si accorge dei primi movimenti del feto, al principio quei "guizzi"quasi impercettibili fino ai famosi e poderosi calci. Generalmente non c'e’ nulla di piu’ tranquillizzante per la madre dell'ascolto di questi movimenti: quando l'embrione comincia a dare evidenti segnali di vita (calci, capriole e pugni) le ansie materne riguardo la salute del piccolo si riducono notevolmente, perche’ e’ cosa nota che tanto più vitale è l'embrione e tanto più questo si agita e nuota all'interno dell'utero. Tradotti in termini scientifici, questi segnali sono interpretati come "espressioni biologiche del feto" Inserire altra casistica + lavoro
La fondamentale esperienza della gravidanza fa svolgere alla donna madre  un ruolo coinvolgente e determinante, infatti l’ambiente materno, in cui il bambino si sviluppa, esercita influssi estremamente importanti sulla direzione dello sviluppo successivo, non soltanto sul piano fisico ma anche su quello psicologico.
I cinesi attribuiscono assoluta importanza al periodo intrauterino e prenatale, infatti, al momento della nascita, accreditano, a ciascuno dei loro neonati un anno in più, per cui un cinese si dichiara più vecchio di un anno rispetto a un europeo o americano o africano o asiatico nato nello stesso giorno dello stesso anno.
Il loro metodo per calcolare l'età è più rispondente e appropriato alla realtà dell’evoluzione, data l'entità dei processi di sviluppo che si verificano durante il periodo prenatale.
Le tappe di questo sviluppo embrionale si possono dividere in tre fasi ed all’interno di esse, tra l’ambiente materno  ed il processo di sviluppo dal concepimento alla nascita, complesse e modificanti sono le interazioni.
1.      La prima fase, chiamata periodo dell'uovo, dura dalla fecondazione fino a quando lo zi­gote non si è saldamente impiantato nella parete dell'utero. Questo processo richiede generalmente da 10 a 14 giorni.
2.      La seconda fase, che va dalla seconda all'ottava settimana, si chiama periodo dell’embrione. Questo periodo è caratterizzato dalla diversificazione di tutti gli organi principali che saranno presenti nel neonato. Per primo diviene funzionale il sistema della sensibilità cutanea, seguono poi il sistema vestibolare, il sistema uditivo ed il sistema visivo, mentre l’attività motoria spontanea compare dalla sesta settimana di gestazione. La massa cellulare interna, che diverrà l’embrione, comincia a differenziarsi in tre strati distinti: l’ectoderma o strato esterno, il mesoderma o strato intermedio, l'endoderma o strato interno. Nell’ectoderma o strato esterno svilupperanno l'epidermide o strato esterno della pelle, le ghiandole della pelle, le unghie, i capelli, parte dei denti, le cellule sensoriali e il sistema nervoso. Nel mesoderma o strato intermedio svilupperanno i muscoli, il derma o strato interno della pelle, lo scheletro e gli organi della circolazione e dell'escrezione. Nell’endoderma o strato interno svilupperanno il rivestimento di tutto l'apparato gastrointestinale, la trachea, le trombe di Eustachio, i bronchi, i polmoni, il fegato, il pancreas, le ghiandole salivari, la ghiandola tiroidea e il timo. Mentre la massa cellulare interna si differenzia in un embrione riconoscibile, gli strati cellulari esterni danno origine alla placenta che, piena di liquido amniotico, mantiene costante la temperatura in cui è immerso l'embrione e ammortizza, proteggendolo, eventuali colpi subiti dalla madre. (Ok 1 e 2)
3.      L'ultima fase, dall'ottava settimana fino al parto (generalmente 40 settimane), si chiama periodo del feto ed è caratterizzata dalla crescita dell'organismo. Gli organi gustativi sono maturi alla quattordicesima settimana. L'apparato olfattivo si sviluppa tra le undici e le quindici settimane. La coclea, per quanto riguarda l'apparato uditivo, è già formata a otto settimane e i recettori cominciano a differenziarsi alle dieci settimane. Le palpebre, fino alla ventiseiesima settimana di gestazione non si dischiudono, ma il feto è già in grado di localizzare gli stimoli visivi e mostra di reagire con accelerazioni della frequenza cardiaca a fasci di luce proiettati sull'addome materno. L'età fetale di 28 settimane è molto importante, perché segna la linea di demarcazio­ne tra vitalità (capacità di sopravvivere in caso di nascita) e non vitalità. In questo periodo, infatti, il sistema nervoso, l'apparato circolatorio e gli altri sistemi organici del bambino sono sufficientemente strutturati da avere la possibilità di funzionare adeguatamente nell'ambiente extrauterino, anche se con  particolari attenzioni e cure. A sei settimane è possibile vedere le prime forme di attività motoria: movimenti di allungamento e rotazione del capo, delle braccia e delle gambe. A dieci settimane le mani vengono portate al capo, al viso e alla bocca, che presenta già movimenti di apertura, chiusura e inghiottimento. A quindici settimane tutto il repertorio di movimenti che si ritrovano nel feto a termine è presente; si evidenziano movimenti della mandibola, movimenti respiratori e movimenti combinati degli arti dove le mani sono continuamente portate ad interagire con le altre parti del corpo e con il cordone ombelicale. Più avanti nella gestazione il feto comincia ad esplorare l'ambiente uterino: sembra cercare il contatto con la placenta e rispondere a stimolazioni tattili provenienti dall'esterno. L'attività onirica è già riscontrabile alla ventitreesima settimana, quando si evidenziano chiari segni comportamentali di sonno R.E.M.. Intorno alle ventisette settimane, compare la risposta di habituation come apprendimento e familiarizzazione agli stimoli caratteristici dell'esperienza intrauterina; da questo momento in poi si consolidano e memorizzano le molteplici sollecitazioni che vengono captate ed il feto reagisce in varie forme , con attenzione, con apprensione, con piacevolezza, con benessere, attivando il movimento, la sensibilità cutanea, la direzionalità visiva, il gusto, il battito cardiaco.
Queste tre fasi avvengono all’interno della placenta che unisce il feto all'organismo materno e che provvede agli scambi delle sostanze dalla madre al feto (ossigeno, acqua, elettroliti, glucidi, lipidi, protidi, vitamine, ormoni, anticorpi) e dal feto alla madre (anidride carbonica, acqua, scorie, ormoni).
Le ripercussioni in positivo o in negativo, a seconda del diverso stadio di sviluppo del concepito, si avranno sia  nel periodo dello zigote, sia nel successivo periodo di organogenesi, sia nell’ultimo periodo, deputato ai processi di accrescimento e perfezionamento di organi ed apparati.
Le sostanze nocive (virus, farmaci, tossici ambientali) possono attraversare la placenta e raggiungere il feto e sono queste, in assoluto,  che costituiscono il maggior pericolo per provocare danni a livello di organi e tessuti e per provocare difetti strutturali ed alterazioni dello sviluppo fetale.
Lo stato degli studi attuali ci documenta che la condizione emotiva della madre influisce sulle reazioni e sullo sviluppo del feto anche se non esistano collegamenti diretti tra il sistema nervoso della madre e quello del feto. Le emozioni forti quali la gioia, l'ira, la paura e l'ansia fanno entrare in azione il sistema nervoso autonomo della madre, che emette nel flusso sanguigno determinate sostanze chimiche (adrenalina, acetilcolina e epinefrina); inoltre, le ghiandole endocrine e in particolare le surrenali secernono ormoni in varietà e quantità diverse e in breve la composizione del sangue materno si modifica, e attraverso la placenta transitano nuove sostanze chimiche le quali possono determinare trasformazioni ed influenze sui processi fisiologici in corso nel nascituro.

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